Il Santuario
di Sant’Antonio
Il Santuario di Sant’Antonio di Padova a Gemona del Friuli è il più antico al mondo dedicato al Santo
La facciata massiccia monocromatica del Santuario di Sant’Antonio, in cui spiccano il rosone di pietra bianca e la lunetta splendente d’oro, è inserito nella parte antica di Gemona e domina la piazza omonima. Il Santuario, presente in nuce già nel 1219 secondo uno scritto depositato presso il Patriarca Bertrando (semplice insediamento dei frati, senza opere in muratura degne di nota), è tra gli edifici religiosi più importanti della città, e di notevole interesse storico-artistico. Risulta il più antico luogo di culto dedicato a Sant’Antonio di Padova, il “Santo dei miracoli”.
Chiostro del Santuario di Sant'Antonio a Gemona
La tradizione vuole che Sant’Antonio in persona, nel 1227, durante il suo soggiorno a Gemona, fece edificare una cappella in onore della Beata Vergine Maria. Nel corso dei secoli la Cappella dell’Immacolata venne ampliata, ristrutturata, arricchita d’opere d’arte e purtroppo fu distrutta dal terremoto che nel 1976, colpì il Friuli. Assieme al rudere della Cappella dell’Immacolata, la Cappella del Rosario rappresenta quanto recuperato dagli eventi sismici del 1976. Il santuario primitivo era stato consacrato il 15 marzo 1248 diciassette anni dopo la morte e quindici anni prima che fosse completata la costruzione della Pontificia Basilica Minore di Sant’Antonio da Padova. Proprio per questo Gemona è diventata la porta a nord del Cammino verso la tomba del Santo; la porta a sud di questo grande itinerario si trova, invece, a Capo Milazzo, in Sicilia, dove si tramanda che, proprio 800 anni fa, Antonio approdò come naufrago e da lì raggiunse Assisi per incontrare San Francesco.
Il Santuario di Sant’Antonio rinato dopo il terremoto
Il Santuario è stato ricostruito in linee architettoniche moderne e al suo interno, a unica navata, le travi del soffitto creano dinamici giochi prospettici richiamando i sommovimenti tellurici del cataclisma. L’unico volume recuperato e restaurato è quello del piccolo presbiterio della Cappella del Rosario, a destra dell’ingresso all’aula, dichiarata monumento nazionale per il suo alto valore artistico: risale al 1682, quale ringraziamento per la fine del contagio dalla peste e fu decorata e affrescata dall’artista svizzero Melchior Widmar.
Cappella in onore della Beata Vergine Maria (1227)
A colpire il visitatore all’interno è senza dubbio la sinfonia di colori delle opere dell’artista udinese Arrigo Poz: l’enorme simbolico mosaico della parete di fondo, raffigurante il Mondo e l’Universo attraversati da una meteora simboleggiante la luce di Cristo; la serie delle 13 vetrate di un vivace e brillante cromatismo raffiguranti figure di Santi francescani; il rosone laterale realizzato “a mosaico” con tessere di alabastro e vetri policromi, che racconta il “Cantico delle Creature” di San Francesco, e la Cappella Penitenziale.
Caratteristica peculiare di ogni santuario è l’esposizione degli ex voto che anche qui troviamo numerosissimi. Esposti alle spalle del presbiterio, esprimono la riconoscenza di fedeli per le grazie ricevuti (PGR). Alcuni sono di notevole pregio storico e artistico.
Particolarmente suggestiva è la Cella del Santo, ossia la stanza o cameretta che, secondo la tradizione, era stata abitata da Sant’Antonio durante la sua permanenza a Gemona. Nella parete sinistra della cella, che riportò pochi danni dal terremoto, si trova un dipinto che raffigura la scena del miracolo del giovane risuscitato che la tradizione vuole operato dal Santo a Gemona e che i frati del Santuario amano illustrare a fedeli e visitatori.
Le opere d’arte del Santuario di Gemona
Numerose sono anche altre opere d’arte che meritano d’essere scoperte con un’attenta visita che può esser completata al Museo "Renato Raffaelli", sotto l’aula della chiesa. Qui è conservato il patrimonio artistico del Convento con lavori di pittori veneti e friulani e alcune opere di autori dell’Italia centro-settentrionale, nonché molte tele del pittore svizzero Melchior Widmar. Tra le sculture, notevole è la “Madonna Bella”, opera di scuola salisburghese della fine del Trecento in legno intagliato, dorato e dipinto.
Ulteriori informazioni e approfondimenti al sito del Santuario di Sant’Antonio: www.santantoniogemona.it
Testi redatti con la collaborazione di Gabriele Marini e Mauro Vale
Video brevi per scoprire la storia, l’arte e la fede intorno al Santuario di Sant’Antonio a Gemona
Questi video sono stati realizzati nel 2020, in occasione delle celebrazioni per il Santo patrono di Gemona, dal Comune assieme alla Pro Glemona, al Santuario di Sant’Antonio di Gemona e all’Ufficio Turistico. Riprese e montaggio sono a cura di SG Video Produzioni
Video che raccontano Sant’Antonio a Gemona e il suo “Cammino”
Frate Giovanni Battista Ronconi racconta l’arrivo di Sant’Antonio di Padova a Gemona e la costruzione, su suo impulso, della chiesetta in onore della Madonna, le cui rovine sono tutt’oggi custodite e venerate all’interno del Santuario.
L’assessore alla Cultura Flavia Virilli presenta il ”Cammino di Sant’Antonio”. Gemona del Friuli sarà la porta a nord del percorso che, attraversando la nostra Regione, permetterà ai pellegrini di raggiungere la Pontificia Basilica del Santo di Padova. La porta a sud si trova a Capo Milazzo, in Sicilia, dove nel 1221 Sant’Antonio giunse come naufrago e da dove partì verso Assisi per incontrare San Francesco.
La Cella di Sant’Antonio e gli ex voto testimonianze di fede e di vita
Frate Giovanni Battista Ronconi ci accompagna nella “Cella del Santo” dove secondo la tradizione Sant’Antonio soggiornò durante la sua permanenza a Gemona, che è oggi luogo di preghiera e meditazione. Lungo le pareti del corridoio che conduce alla Cella numerosi ex voto esprimono la riconoscenza dei fedeli per le grazie ricevute.
Sant’Antonio e il Convento a lui dedicato a Gemona nei documenti dell’archivio e della Biblioteca
Un frammento di storia tra i tanti tesori conservati nell’ultracentenaria Civica Biblioteca Glemonense.
La conservatrice dott. Loredana Bortolotti ci accompagna sulle tracce dei documenti sul Santuario di Sant’Antonio e come nei cinegiornali d’epoca sulle note di stampa apparse per le celebrazioni a Gemona del settimo centenario della nascita del Santo nel 1895.
I D’Aronco e Sant’Antonio.
La storia di un progetto mancato.
L’architetto Raimondo D’Aronco elaborò un famoso progetto, mai realizzato, del Santuario di Sant’Antonio di Gemona. Il prof. Giuseppe Marini, autore del libro “Intorno a Raimondo D’Aronco”, al cui interno è dedicato un intero capitolo al Santuario, ci racconta la storia di questa famiglia.
Il Santuario di Sant’Antonio di Padova a Gemona tra antico e moderno
Con Frate Giovanni Battista Ronconi facciamo oggi un “viaggio” nel tempo alla scoperta del Santuario di Sant’Antonio, tra testimonianze d’arte moderna e tracce di storia e arte antica.
I tesori del Museo “Renato Raffaelli” nel Santuario di Sant’Antonio di Gemona del Friuli
Sotto l’aula del nuovo Santuario è stata ricavata una grande cripta che ospita il museo dedicato all’ingegnere Renato Raffaelli, insigne benefattore del Santuario. Qui sono conservate oltre 100 opere d’arte di fattura friulana e anche d’oltralpe, tra le quali spicca la quattrocentesca Madonna Bella di scuola salisburghese. Frate Giovanni ci guida alla scoperta alla loro scoperta.
Tutti i giorni (Feriali & Festivi)
07.00 - 12.00 / 15.00 - 18.30
GRATUITO
Parcheggio ampio e complanare ma privo di posto riservato | La zona antistante/retrostante la porta d'accesso è complanare | Servizi igienici a norma | Accessibile a persone con disabilità motoria, fono-uditiva e psichica | Per persone con disabilità visiva, non fruibile