Tra cittadelle fortificate, acque e farfalle
Un percorso facile ma pieno di emozioni che attraversa i borghi medievali di Gemona e Venzone con una deviazione sul fiume Tagliamento verso la Casa delle Farfalle di Bordano.
- partenza: Piazza Garibaldi
- lunghezza: 24.4Km
- dislivello: 144m
- durata: 2h 05m
- Tracciato e dettagli percorso
- Direzioni da seguire
- Indicazioni sulla sicurezza
- Consigli e raccomandazioni aggiuntive
Tracciato e dettagli percorso
Direzioni da seguire
Con partenza da Gemona ci si dirige verso la cittadella fortificata di Venzone percorrendo la FVG1 Alpe Adria, una ciclabile su sede propria che non ha bisogno di presentazioni. Dopo una visita al centro storico ci si dirige verso Pioverno e attraversato il ponte sul Tagliamento si percorre una strada secondaria che costeggia il fiume e porta a Bordano, paese famoso per la Casa delle Farfalle. Da qui percorrendo una semplice strada bianca ci si può fermare per una sosta presso il laghetto, che grazie alle sue acque limpide è meta di moltissimi turisti che si accampano sulle sue rive. A questo punto si procede in direzione Trasaghis, sulla strada è presente una fontanella con acqua purissima che sgorga dal monte Brancot, e quindi si rientra a Gemona.
Indicazioni sulla sicurezza
Fattibile con qualsiasi bici, da menzionare le salite al castello di Savorgnan e al Lavatoio del Glemine che sono particolarmente ripide, quest'ultima presenta anche un fondo non adatto alle bici da corsa, carrelli o biciclette con borse.
Consigli e raccomandazioni aggiuntive
Gemona del Friuli
Solamente attraversando l'abitato gemonese lungo l’arteria principale del centro storico, quanto vi accompagna soddisfa l’occhio e immerge nell’atmosfera cittadina: accolti da Porta Udine, con il Leone di San Marco a ricordare la dominazione veneziana, subito noterete il terrapieno del Duomo, su cui si innalza la chiesa romanico-gotica orgoglio della città. Subito di fronte al duomo sorge palazzo Gurisatti, sede della Cineteca del Friuli che ospita anche l’emeroteca. Proseguendo lungo la suggestiva via Bini si incontra casa D’Aronco, che diede i natali al celebre architetto; palazzo Elti, sede del museo Civico che conserva le opere d’arte recuperate dalle chiese di Beata Vergine delle Grazie e di San Giovanni, rase al suolo dal sisma; e infine il cinquecentesco Palazzo Boton, sede del Municipio.
Lungo vari tratti della via è visibile pure la mole del Castello, ai cui giardini è gradevole salire tramite una scalinata deviando dal percorso, come è interessante visitare tutte le molteplici attrattive della città: dal Santuario di Sant’Antonio da Padova, che ospita ai piani inferiori anche il museo Renato Raffaelli, al museo della Pieve, che conserva il Tesoro del duomo e il registro battesimale più antico del mondo, risalente al 1379; dalla mostra fotografica permanente sul terremoto nel porticato di via Bini fino alla chiesa della Madonna delle Grazie, ricostruita a rudere.
Glemona, Osopo e Artemia vengono ricordate da Paolo Diacono in un famoso passo della “Historia Langobardorum” tra le città fortificate in cui si rifugiarono i Longobardi durante l’invasione degli Avari.
Venzone
La tranquilla cittadella di Venzone, protetta da alte mura di cinta, racchiude al suo interno vari capolavori di arte e architettura: la Piazza del Municipio su cui si affaccia Palazzo Radiussi con l’elegante fontana centrale, il gotico Palazzo Comunale, numerosi palazzi nobiliari e il risorto duomo romanico-gotico di Sant’Andrea al cui fianco sorge la cappella di San Michele che custodisce le famose mummie. Si dice che la particolare natura di queste ultime impressionò anche Napoleone, a tal punto che chiese di persona che una fosse portata a Parigi per essere analizzata e studiata. Il centro è noto per essere uno dei più straordinari esempi di restauro in campo architettonico e artistico in risposta ai terremoti del 1976, e, anche grazie a questa efficiente ricostruzione, nel 2017 la città è stata eletta Borgo dei Borghi. Altri blasoni di cui Venzone può fregiarsi sono la nomina a Villaggio ideale d’Italia nel 1991 e, prima del sisma, quella a monumento nazionale nel 1965. Allo scopo di ricordare il catastrofico evento, Palazzo Orgnani ospita il cento di documentazione permanente “Tiere Motus”. Infine si segnala, al di fuori delle mura, la chiesetta dei SS. Giacomo e Anna risalente al XII-XIII secolo.
Pioverno e il ponte sul Tagliamento
Il ponte che dalla fine degli anni Sessanta collega le due sponde del fiume Tagliamento, prima attraversabile grazie alla caratteristica “passerella di Pioverno” distrutta dall’alluvione del 1966, è diventato il simbolo di questa frazione del comune di Venzone. Nei primi mesi del 1968 inizia la costruzione del nuovo ponte, realizzato in cemento armato e costituito da 13 campate per una lunghezza complessiva di 273 m e una larghezza carrabile di 1,90. Gli scorci dal ponte sono suggestivi e una visita al paesello è consigliata.
Bordano
Bordano è un piccolo comune nominato sin dall’anno 1000 in un codice del Patriarcato di Grado che si estende sul fianco meridionale del monte San Simeone e su quello settentrionale del monte Naruint, fino ad abbracciare un lembo del lago di Cavazzo, di cui è uno dei tre comuni ad esserne bagnato. Bordano aveva sicuramente una funzione di controllo sul sistema viario e qui doveva esserci anche un guado della via Julia Augusta. Nella frazione di Interneppo in località San Martino sorgeva un castello che dominava la zona, nominato già nel 1245 e probabilmente edificato sui resti di un castrum romano a difesa di una strada che conduceva a Cavazzo Carnico. Dapprima sotto le insegne dei Colloredo-Mels, nel 1506 passò nella giurisdizione di Venzone. In epoca napoleonica fu comune autonomo come Trasaghis. Nel 1914 passò a far parte della Forania di Gemona.
Il terremoto del 1976, che aveva per epicentro proprio il monte San Simeone, ha distrutto buona parte del paese e delle opere d’arte. Oggi Bordano è famoso come Paese delle Farfalle in quanto è stata fondata qui una “Casa delle Farfalle” che consente di ammirare questi magnifici insetti (e altri animali) in libertà grazie ad ambienti a serra ricreati come in natura.
Trasaghis
Trasaghis è un piccolo comune appena oltre il fiume Tagliamento la cui prima testimonianza storica è rappresentata da una chiesa risalente al 1235; nell’attuale frazione di Braulins sorgeva il castello di Bragolino, documentato sin dal 1254 e passato sotto diverse insegne, tra cui quella dei Trasbrug della Carinzia nel 1321 e quella del patriarca Bertrando nel 1336 che ne ordinò la distruzione. Nel 1797 con il trattato di Campoformido Trasaghis fu ceduto con tutto il Friuli Occidentale all’Impero austriaco. In epoca napoleonica fu comune autonomo e nel 1866 fu annesso al Regno d’Italia come parte del Mandamento di Gemona. A Braulins si trova anche, a ridosso di una rupe in prossimità dei resti del castello, la chiesetta di San Michele dei Pagani risalente al XIII secolo, danneggiata dal sisma del 1976 e ripristinata nel 1981.
A Trasaghis era presente una latteria sociale, mentre ad Alesso una turnaria. Lo sbocco lavorativo è rappresentato dalla migrazione, perlopiù stagionale. Essendo che il Tagliamento si attraversava ancora in barca all’altezza di Braulins e Peonis, verso il 1905 ebbe inizio la progettazione di un ponte, la cui costruzione fu avviata nel 1912 e ultimata nel 1916; nel 1917 venne fatto saltare per ritardare l’avanzata austriaca dopo Caporetto. Riparato nel 1919, venne nuovamente distrutto dai partigiani nel 1944 per proteggere la repubblica della Carnia e ricostruito nel dopoguerra. Trasaghis subì gravissimi danni durante il terremoto del 1976 che lesionò gran parte delle abitazioni e depauperò gravemente il patrimonio artistico. È uno dei tre comuni, assieme a Bordano e Cavazzo Carnico, ad essere bagnato dalle acque del lago.