Raimondo
D’Aronco

Raimondo D’Aronco e il fascino dell’architettura Liberty

[1857-1932]

Figlio illustre di Gemona è anche Raimondo Tommaso D’Aronco, architetto considerato tra i maggiori esponenti del Liberty in Italia, che collezionò una carriera di successi prima di spegnersi in Liguria nel 1932.

Nato nella frazione di Godo nel 1857, da Girolamo e Santa Venturini, primogenito di otto figli, fu inviato molto giovane dal padre impresario edile a Graz, in Stiria, dove frequentò una scuola per capomastri.

Studiò poi all’Accademia di Venezia, ottenendo il diploma di architetto che gli permise di intraprendere sia la carriera di professore (all’Accademia di Carrara, poi a Cuneo, Palermo e all’Università di Messina) sia di dedicarsi all’attività di progettuale.

RItratto di Raimondo D'Aronco

Il viaggio in Turchia: l’eclettismo di D’Aronco alla corte ottomana

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La Turchia ebbe una grande parte nella sua vita, attratto com’era dalla maestria costruttiva e dalla tradizione architettonica orientale e ottomana, che aggiornò introducendo le novità dello Jugendstil. Sperimentò l’eclettismo unendo elementi stilistici europei e altri tipici della tradizione ottomana e in seguito di ispirazioni moderniste.

Nel 1893 venne nominato architetto di Stato, occupandosi del restauro di numerosi edifici storici, fra cui la basilica di Santa Sofia a Costantinopoli e il Gran Bazar, in seguito al terremoto del 1894.

Alternò soggiorni e progetti in Turchia, dove realizzò tra l’altro la residenza estiva dell’Ambasciata d’Italia (villa Tarabya, 1906) ad Istanbul, per rientrare poi definitivamente in Italia nel 1909.

D’Aronco: premi e riconoscimenti

Progetto per il monumento al re Vittorio Emanuele II di Raimondo D'Aronco

Numerosi furono i premi guadagnati dall’architetto gemonese nel corso della sua vita. Tra questi spiccano la medaglia d’argento al concorso per il monumento a Vittorio Emanuele II a Roma nel 1884. Il progetto è oggi custodito all’interno delle sale del Museo Civico di Palazzo Elti a Gemona

Tra i progetti realizzati in Italia in seguito a concorso pubblico, si ricordano i padiglioni per l’Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna di Torino (1902) e di Udine (1903).
Il padiglione di Torino in particolare, tra i primissimi edifici rappresentativi a riprendere i motivi della Secessione viennese interpretati in chiave italiana, fu importante per la divulgazione dell’architettura Liberty nella Penisola.

D’Aronco diffusore del gusto Liberty in Italia e in Friuli

L’Art Nouveau fu movimento artistico e filosofico tra la fine dell’800 e il primo decennio del 1900, che influenzò le arti figurative, l’architettura e le arti applicate. In Italia prese il nome stile Liberty (o di stile floreale o arte nuova) dal nome del negozio romano di Arthur Lasenby Liberty.

Dopo il successo di Liberty & Co inaugurato a Londra nel 1875, Lasenby si convinse ad aprirne uno a Roma allora meta prediletta per facoltosi americani e inglesi. Cosa vendevano questi negozi? Manufatti dalle linee sinuose e materiali pregiati, tessuti colorati e leggeri, oggetti orientali e orientaleggianti.

Tracce architettoniche di D’Aronco in Friuli

Alcune architetture Liberty realizzate a Udine, facevano parte di eventi e perciò effimere, come i padiglioni per l’Esposizione nazionale di Udine del 1903, mentre altre sono visibili tutt’ora.

Per conoscere la sua creatività in Friuli non si possono perdere il Palazzo Comunale, appunto “Palazzo D’Aronco”, e Palazzo Morpurgo, che custodisce una collezione di migliaia di disegni e progetti.

L’opera principale e più impegnativa realizzata in patria da D’Aronco è proprio il nuovo municipio di Udine, frutto di una complessa progettazione iniziata fin dal 1888 e ultimato solo nel 1930. D’Aronco si ispirò a canoni architettonici più classici che Art Nouveau, come scrisse nella relazione al progetto dove scrive di un edificio «ispirato al Cinquecento e al Seicento per quanto è compatibile con le esigenze dei tempi nostri, con quelle del palazzo e dei materiali da impiegarsi.»

Gli ultimi anni il suo lavoro subì un rallentamento: D’Aronco continuò a progettare, le fantasie Liberty scomparvero lasciando spazio solo a qualche cenno Art Decò (villino Tamburlini, Udine, 1924).

L’incarico più importante nell’ultima fase della sua carriera fu la cattedra di architettura presso l’Istituto di Belle Arti di Napoli, mantenuta dal 1917 al 1929. Si ritirò poi a San Remo, dove trascorse i suoi ultimi anni. Morì nel 1932.
Parte del merito della riscoperta di d’Aronco va attribuito all’architetto italiano Manfredi Nicoletti che scrisse due complete monografie, nel 1955 e nel 1982.

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