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Itinerario nel cuore medioevale del centro storico di Gemona

L’itinerario più breve nel centro storico di Gemona è un assaggio della città in 6 tappe.

  1. Duomo di Santa Maria Assunta
  2. Casa D'Aronco e Casa Antonelli
  3. Il castello di Gemona
  4. Palazzo Comunale
  5. Monumento ai caduti gemonesi nella Prima Guerra
  6. Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Non si può lasciare Gemona senza aver conosciuto la sua anima medioevale: sei imperdibili tappe alla scoperta della città ricostruita che attraverso opere e monumenti racconta la sua storia.

Duomo di
Santa Maria Assunta

La nostra passeggiata cittadina parte da Porta Udine, la porta antica della prima cerchia muraria che proteggeva la città. Una volta entrati, ci si imbatte subito in un maestoso Duomo dedicato a Santa Maria Assunta, uno dei monumenti religiosi medioevali più importanti della regione Friuli Venezia Giulia.

Vista aerea del Duomo di Gemona

Vista aerea del Duomo di Gemona

L’edificio è una mirabile fusione tra elementi dello stile romanico e gotico, interpretati dallingegno degli artisti locali Giovanni e Giovanni Griglio, che a partire dal 1290 ristrutturarono una chiesa preesistente. Il Duomo di Gemona, che ha pianta basilicale a tre navate, è oggi è il risultato di un progetto di recupero unico nel suo genere seguito al devastante terremoto del 1976. L’impressionante curva delle colonne interne ricorda quel disastro naturale e la capacità umana di farvi fronte. 

Casa D'Aronco e Casa Antonelli

Lasciato il Duomo si percorre la signorile via Bini, tipica strada medioevale protetta da portici, sulla quale si affacciano edifici storici ingentiliti da archi e colonne e severi portoni che celano le corti interne. Tra i palazzi, prestando attenzione alle facciate è possibile scoprirvi tra “i variopinti lacerti di affreschi raffiguranti motivi floreali e geometrici”, i terrazzini in stile neogotico della Casa D’Aronco, un ottimo esempio del Liberty italiano, forse opera di Girolamo D’Aronco padre del grande architetto al quale viene erroneamente attribuita.

Un po’ più avanti ecco le bifore e gli affreschi trecenteschi sulla facciata in cotto di Casa Antonelli e di fronte il palazzo che fu dei nobili Elti del sec. XV, oggi sede del Museo Civico, e teatro di mostre temporanee e del locale Ufficio Turistico.

Facciata di una casa su Via Bini
Facciata di una casa su Via Bini
Affreschi di una casa dipinta
Affreschi di una casa dipinta
Archi di casa Antonelli
Archi di casa Antonelli
Bifore di casa Antonelli
Bifore di casa Antonelli
Facciata di Casa Antonelli
Facciata di Casa Antonelli

Il castello
di Gemona

Edificato sull’altura della città come postazione di avvistamento, il Castello di Gemona si raggiunge percorrendo la Salita dei Longobardi. Ne parla per la prima volta Paolo Diacono, come uno dei castelli che i Longobardi fortificarono nel 611 per difendersi dagli Avari. Verso l’XI secolo passò ai Signori di Gemona. Cessata nel 1420 la signoria patriarcale e iniziata quella veneta, il castello venne lasciato in abbandono. Già pericolante, subì gravi danneggiamenti con il terremoto del 1511 e fu poi distrutto dal terremoto del 1976.

Castello di Gemona

Oggi è in fase di completamento la ristrutturazione: stanno per essere riattate alcune parti del complesso castellano, tra cui la “torre dell’orologio“ e due delle tre cerchie murate che lo racchiudevano, risalenti ai secoli XI-XIII-XIV. Verso ovest, sullo sperone più basso, si conservano resti importanti della parte settentrionale del mastio. Da non perdere la visita ai giardini, da cui può godere di una vista mozzafiato che ripaga della fatica per la salita.

Palazzo
Comunale

Palazzo Comunale, Loggia di Palazzo Botton, Porta della Memoria

Il Palazzo Comunale, è un edificio dalle armoniose linee rinascimentali veneto-lombarde realizzato all’inizio del secolo XVI. II primo palazzo municipale del XII secolo si trovava in borgo Portuzza ed era sede del Comune e  magazzino per le merci. Non dimentichiamo che la fortuna di Gemona dipese molto dai traffici mercantili (scopri la storia della città di Gemona). L’edificio venne rifatto a partire dal 1502, su progetto dell’udinese Bartolomeo de Caprileis detto Bòton, utilizzando i ruderi del castello. Le tre grandi arcate, leggere ed eleganti, vennero realizzate da maestri lapidici di Cividale, seguendo il gusto veneto-lombardo. Rimasto da allora pressoché identico, il terremoto ne fece crollare la parte sinistra, risparmiando però il corpo principale, smontato e ricostruito tra il 1978 e il 1981.

Palazzo Comunale di Gemona

Nella Loggia del palazzo comunale, da cui si sale per la breve scala a rampe contrapposte, conserva un’epigrafe murata nella parete sud (forse del II secolo d.C.) intitolata a Caio Mazio, che aveva rivestito cariche importanti ed era stato “curatore e patrono” del municipio. Di epoca romana è anche il bassorilievo in marmo bianco raffigurante Mercurio, che può essere fatto risalire, per l’eleganza delle forme del rilievo, all’età ellenistica. 

Da vedere anche le metope della travatura a vista del soffitto, che raffigurano personaggi, stemmi ed armi gentilizie di famiglie gemonesi. Sulla parete nord si apre un portale affiancato da due lapidi commemorative disegnate dal giovane Raimondo D’Aronco, il grande architetto di Gemona. La sua porta, dalla quale si accede alla sala del Consiglio Comunale, è di fattura recentissima e ricorda le vicende emblematiche del terremoto del 1976.

Nella loggia si trova anche la monumentale Porta della Memoria, realizzata nel 2006 dall’artista gemonese Ercole Emidio Casolo in occasione del trentesimo anniversario del terremoto del 1976. Gemona è modello di una “ricostruzione riuscita”, grazie ad un recupero esemplare per partecipazione di popolo e operato delle Istituzioni, conosciuto nel mondo come “Modello Friuli” e la Porta della Memoria ne è la rappresentazione visiva. Ercole Casolo, storico e profondo conoscitore degli eventi della città, è riuscito in quattro formelle, otto diciture e otto paraste, a narrare una storia lunga dieci anni, che ci racconta con dovizia di particolari artistici la successione dei fatti: dalla distruzione alla ricostruzione. La scelta di collocare l’opera nella loggia del Municipio è simbolica: una porta che conduce alla Sala Consiliare del Comune di Gemona, luogo di “regia” per la ricostruzione gemonese, che è anche la porta che attraversano tutti per entrare in quella che è la nostra “casa”.

Monumento ai caduti
gemonesi
nella Prima Guerra

I caduti di Gemona del Friuli della Prima Guerra Mondiale furono oltre trecento. Così, un monumento alla loro memoria fu pensato già nell’immediato dopoguerra. Per il luogo si scelse una piazzola di fronte al Municipio e per il progetto fu indetto un concorso regionale vinto da Aurelio Mistruzzi (1880-1960), che già aveva progettato sepolcri in varie parti d’Italia. Il monumento di Gemona è formato da un’ara in pietra d’Istria, lavorata dai marmisti gemonesi Giuseppe Elia e Albino Tuti, e da un gruppo scultoreo in bronzo. Inaugurato il 18 giugno 1922 il monumento raffigura una madre che guida la mano del figlio verso l’ara dei caduti ed è a tutti questi ultimi, non al singolo soldato, che la madre indirizza la memoria affettuosa del figlio.

Monumento ai caduti

Inaugurato il 18 giugno 1922 il monumento raffigura una madre che guida la mano del figlio verso l’ara dei caduti ed è a tutti questi ultimi, non al singolo soldato, che la madre indirizza la memoria affettuosa del figlio.

Chiesa
di Santa Maria
delle Grazie

Proseguendo si incontra ciò che resta dopo il terribile terremoto ciò che resta dopo il terribile terremoto della Chiesa quattrocentesca della Santa Maria delle Grazie, comunemente chiamata anche Chiesa della Madonna

Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Ci vuole fantasia per immaginare questa chiesa della fine XV secolo, che era bellissima e tanto ricca di dipinti da essere chiamata  “la piccola pinacoteca di Gemona”.  Oggi resta parte della gradinata monumentale, dei muri perimetrali e della facciata e il portale;  le opere pittoriche salvate sono esposte al Museo Civico di Palazzo Elti. Una fra tutte è il dipinto a tempera su tavola raffigurante la Madonna col Bambino di Giovanni Battista Cima da Conegliano.

Dettaglio porta Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Dettaglio porta Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Resti della Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Resti della Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Dettaglio porta della Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Dettaglio porta della Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Dettaglio porta della Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Dettaglio porta della Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Dettaglio scalinata della Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Dettaglio scalinata della Chiesa di Santa Maria delle Grazie