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Una giornata nel centro storico di Gemona

L’itinerario più lungo nel centro storico della cittadina prevede 14 tappe da fare con calma e curiosità.

  1. Porta Udine
  2. Duomo di Santa Maria Assunta
  3. Museo della Pieve e Tesoro del Duomo
  4. Casa Gurisatti
  5. Casa D'Aronco e Casa Antonelli
  6. Mostra fotografica permanente "1976. Frammenti di memoria"
  7. Museo Civico di Palazzo Elti
  8. Il Castello di Gemona
  9. Palazzo Comunale, Loggia di Palazzo Boton, Porta della Memoria
  10. Monumento ai caduti gemonesi nella Prima Guerra
  11. Laboratorio Didattico sul Terremoto
  12. Chiesa di Santa Maria delle Grazie
  13. Chiesetta di San Rocco
  14. Santuario di Sant'Antonio di Padova

Il primo incontro con Gemona del Friuli andrebbe fatto con il sole. Uno sguardo che si inchina alle montagne, il cielo azzurro sopra la testa, il candore dei monumenti, i piedi a calpestare la pietra vicentina tipica di questi luoghi.

Porta
Udine

La nostra passeggiata cittadina parte da Porta Udine, la porta antica (e unica superstite) della prima cerchia muraria che proteggeva la città in epoca romana tardo antica (166-168 d.C.). La seconda cerchia muraria venne costruita attorno al 1260 quando si allargò il nucleo urbano e vennero abbattute le prime cinte murarie tranne Porta Udine, detta Porte delle Porte; stessa sorte toccò anche alle porte della seconda cerchia, quando dal 1370 al 1396 venne edificata la terza cinta che si sviluppava su un perimetro di quasi due chilometri. Solo questa, tra tutte le porte costruite sulle nuove mura – sette torri con altrettante porte, mantenne la sua funzione. 

Porta Udine a Gemona

Porta Udine a Gemona

Il complesso è costituito da un altro paramento di pietre squadrate di arenaria grigia che si staglia tra gli intonaci restaurati della chiesa di San Michele e del vecchio ospedale. Sopra l’arco sono allineati in verticale alcuni inserti decorativi: sopra il bassorilievo di San Marco, sotto lo stemma della Magnifica Comunità di Gemona e sotto un monogramma sormontato da una croce in cornice dentellata.

Fregi su Porta Udine a Gemona

Bassorilievi su Porta Udine a Gemona

Duomo di
Santa Maria
Assunta

Una volta entrati in via Bini, ci si imbatte subito in un maestoso Duomo dedicato a Santa Maria Assunta, uno dei monumenti religiosi medioevali più importanti della regione Friuli Venezia Giulia. L’edificio è una mirabile fusione tra elementi dello stile romanico e gotico, interpretati dall’ingegno degli artisti locali Giovanni e Giovanni Griglio, che a partire dal 1290 ristrutturarono una chiesa preesistente.

Il Duomo di Gemona, che ha pianta basilicale a tre navate, è oggi il risultato di un progetto di recupero unico nel suo genere seguito al devastante terremoto del 1976. L’impressionante curva delle colonne interne ricorda quel disastro naturale e la capacità umana di farvi fronte. 

Museo della Pieve
e Tesoro del Duomo

Accanto al Duomo, nell’edificio della vecchia canonica risalente al 1360, si trova il Museo della Pieve e Tesoro del Duomo che accoglie opere di autori locali e italiani dal XIII al XX secolo insieme con arredi sacri e paramenti liturgici. Il Tesoro del Duomo comprende alcune tra le più belle realizzazioni dell’oreficeria friulana del XV secolo tra cui l’Ostensorio di Nicolò Lionello; la sezione dedicata ai grandi codici miniati del XIII-XIV secolo custodisce anche il più antico registro battesimale conosciuto, risalente al 1379.

Casa
Gurisatti

Casa Gurisatti si trova di fronte al Duomo e al campanile. Dal 1997 è la sede della Cineteca del Friuli. Faceva parte dei beni immobili della Parrocchia quando, nel 1976, fu gravemente danneggiato dalle scosse del 6 maggio e praticamente distrutto da quelle di settembre. L’esterno fu ricostruito con regole antisismiche negli anni Ottanta e nei primi anni  Novanta i fondatori della Cineteca, alla ricerca di una sede più adatta, raggiunsero un accordo con la Parrocchia, facendosi carico dei lavori di sistemazione dell'interno che durarono due anni.

Palazzo Gurisatti

La Cineteca è per gli studiosi e gli appassionati di cinema un pozzo dei desideri: raccoglie pellicole (Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia), libri e riviste (biblioteca), dvd e blu-ray (videoteca), fotografie (fototeca), manifesti e tanto altro.

Casa D'Aronco e Casa Antonelli

Dal Duomo, percorrendo la signorile via Bini, tipica strada medioevale protetta da portici, sulla quale si affacciano edifici storici ingentiliti da archi e colonne e severi portoni che celano le corti interne. Tra i palazzi, prestando attenzione alle facciate, è possibile scoprire, tra “i variopinti lacerti di affreschi raffiguranti motivi floreali e geometrici”, i terrazzini in stile neogotico della Casa Dei D’Aronco, un ottimo esempio del Liberty italiano, forse opera di Girolamo D’Aronco padre del grande architetto al quale viene erroneamente attribuita.

Un po’ più avanti ecco le bifore e gli affreschi trecenteschi sulla facciata in cotto di Casa Antonelli.

Mostra fotografica permanente
"1976. Frammenti di memoria"

In via Bini, nei pressi di Piazzetta Portuzza, trova posto la mostra fotografica “1976 – Frammenti di Memoria”: una serie di istantanee, provenienti dagli archivi di alcuni fotografi locali e nazionali, assieme a testi, testimonianze e filmati, narrano per immagini la storia del sisma del 6 maggio 1976 e della ricostruzione, con l’obiettivo di «conservare la memoria» del terremoto e far emergere «la drammaticità dell’evento e la forza di un popolo di risollevarsi dalla polvere».

Museo Civico
di Palazzo Elti

Il Museo Civico è ospitato in quella che fu fin dal XIV secolo la più prestigiosa residenza gemonese: Palazzo Elti.
Esso accoglie opere rinascimentali e barocche di artisti friulani e veneti tra cui la Madonna con Bambino di Cima da Conegliano; pale d’altare e tele di Pellegrino da San DanielePalma il GiovaneGiovanni Battista Tiani; opere di artisti oltralpini dalla Collezione Fantoni-Baldissera.

Palazzo Elti è anche sede di mostre temporanee e del locale Ufficio Turistico.

Il Castello
di Gemona

Edificato sull’altura della città come postazione di avvistamento, il Castello di Gemona si raggiunge percorrendo la Salita dei Longobardi. Ne parla per la prima volta Paolo Diacono, come uno dei castelli che i Longobardi fortificarono nel 611 per difendersi dagli Avari. Verso l’XI secolo passò ai Signori di Gemona. Cessata nel 1420 la signoria patriarcale e iniziata quella veneta, il castello venne lasciato in abbandono. Già pericolante, subì gravi danneggiamenti con il terremoto del 1511 e fu poi distrutto dal terremoto del 1976.

Oggi è in fase di completamento la ristrutturazione: stanno per essere riattate alcune parti del complesso castellano, tra cui la “torre dell’orologio“ e due delle tre cerchie murarie che lo cingevano, risalenti ai secoli XI-XIII-XIV. Verso ovest, sullo sperone più basso, si conservano resti importanti della parte settentrionale del mastio. Da non perdere la visita ai giardini, da cui può godere di una vista mozzafiato che ripaga della fatica per la salita.

Palazzo Comunale, Loggia di Palazzo Boton, Porta della Memoria

Il Palazzo Comunale, è un edificio dalle armoniose linee rinascimentali veneto-lombarde realizzato all’inizio del secolo XVI. II primo palazzo municipale del XII secolo si trovava in borgo Portuzza ed era sede del Comune e magazzino per le merci. Non dimentichiamo che la fortuna di Gemona dipese molto dai traffici mercantili (scopri la storia della città di Gemona). L’edificio venne rifatto a partire dal 1502, su progetto dell’udinese Bartolomeo de Caprileis detto Bòton, utilizzando i ruderi del castello. Le tre grandi arcate, leggere ed eleganti, vennero realizzate da maestri lapidici di Cividale, seguendo il gusto veneto-lombardo. Rimasto da allora pressoché identico, il terremoto ne fece crollare la parte sinistra, risparmiando però il corpo principale, smontato e ricostruito tra il 1978 e il 1981. 

Palazzo Comunale di Gemona

Nella Loggia del palazzo comunale, da cui si sale per una breve scala a rampe contrapposte, si conserva un’epigrafe murata nella parete sud (forse del II secolo d.C.) intitolata a Caio Mazio, che aveva rivestito cariche importanti ed era stato “curatore e patrono” del municipio. Di epoca romana è anche il bassorilievo in marmo bianco raffigurante Mercurio, che richiama, per l’eleganza delle forme del rilievo, l’età ellenistica. 

Da vedere anche le metope della travatura a vista del soffitto, che raffigurano personaggi, stemmi ed armi gentilizie di famiglie gemonesi. Sulla parete nord si apre un portale affiancato da due lapidi commemorative disegnate dal giovane Raimondo D’Aronco, il grande architetto di Gemona. La sua porta, dalla quale si accede alla sala del Consiglio Comunale, è di fattura recentissima e ricorda le vicende emblematiche del terremoto del 1976.

Nella loggia si trova anche la monumentale Porta della Memoria, realizzata nel 2006 dall’artista gemonese Ercole Emidio Casolo in occasione del trentesimo anniversario del terremoto del 1976. Gemona è modello di una “ricostruzione riuscita”, grazie ad un recupero esemplare per partecipazione di popolo e operato delle Istituzioni, conosciuto nel mondo come “Modello Friuli” e la Porta della Memoria ne è la rappresentazione visiva. Ercole Casolo, storico e profondo conoscitore degli eventi della città, è riuscito in quattro formelle, otto diciture e otto paraste, a narrare una storia lunga dieci anni, che ci racconta con dovizia di particolari artistici la successione dei fatti: dalla distruzione alla ricostruzione. La scelta di collocare l’opera nella loggia del Municipio è simbolica: una porta che conduce alla Sala Consiliare del Comune di Gemona, luogo di “regia” per la ricostruzione gemonese, che è anche la porta che attraversano tutti per entrare in quella che è la nostra “casa”.

Monumento ai caduti
gemonesi
nella Prima Guerra

I caduti di Gemona del Friuli della Prima Guerra Mondiale furono oltre trecento. Così, un monumento alla loro memoria fu pensato già nell’immediato dopoguerra. Per il luogo si scelse una piazzola di fronte al Municipio e per il progetto fu indetto un concorso regionale vinto da Aurelio Mistruzzi (1880-1960), che già aveva progettato sepolcri in varie parti d’Italia. Il monumento di Gemona è formato da un’ara in pietra d’Istria, lavorata dai marmisti gemonesi Giuseppe Elia e Albino Tuti, e da un gruppo scultoreo in bronzo. 

Monumento ai caduti a Gemona

Inaugurato il 18 giugno 1922 il monumento raffigura una madre che guida la mano del figlio verso l’ara dei caduti ed è a tutti questi ultimi, non al singolo soldato, che la madre indirizza la memoria affettuosa del figlio.

Laboratorio Didattico sul Terremoto

Il laboratorio didattico permanente sul terremoto, allestito nel centro storico di Gemona del Friuli dal Comune e dall’Ecomuseo delle acque del Gemonese con il supporto scientifico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma, non ha precedenti in Italia. Offre la possibilità di un apprendimento multidisciplinare del fenomeno sismico attraverso un approccio fortemente interattivo e partecipativo con un percorso costituito da pannelli riccamente illustrati ai quali si accompagnano gli exhibit, vere e proprie postazioni interattive che consentono di "simulare" i fenomeni o di scomporli in modo da individuare fattori e dinamiche. La parte riservata alle scolaresche, punta alla sperimentazione pratica con laboratori, esercitazioni pratiche e animazioni.

Chiesa
di Santa Maria
delle Grazie

Proseguendo si incontra ciò che resta dopo il terribile terremoto ciò che resta dopo il terribile terremoto della Chiesa quattrocentesca della Santa Maria delle Grazie, comunemente chiamata anche Chiesa della Madonna

Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Ci vuole fantasia per immaginare questa chiesa della fine XV secolo, che era bellissima e tanto ricca di dipinti da essere chiamata "la piccola pinacoteca di Gemona".  Oggi resta parte della gradinata monumentale, dei muri perimetrali e della facciata e il portale; le opere pittoriche salvate sono esposte al Museo Civico di Palazzo Elti. Una fra tutte è il dipinto a tempera su tavola raffigurante la Madonna col Bambino di Giovanni Battista Cima da Conegliano.

Dettaglio porta Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Dettaglio porta Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Resti della Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Resti della Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Dettaglio porta della Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Dettaglio porta della Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Dettaglio porta della Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Dettaglio porta della Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Dettaglio scalinata della Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Dettaglio scalinata della Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Chiesetta
di San Rocco

La Chiesetta di San Rocco venne eretta come chiesa votiva tra il 1499 e il 1521, durante il perversare della peste nella cittadina.
Il terremoto del 1976 la distrusse quasi completamente ed è stata la prima chiesetta ricostruita a Gemona dopo il sisma in modo anastilotico e filologico, grazie alle offerte volontarie da parte di privati e di Enti. Ospita opere moderne, tra cui sul soffitto spicca l’affresco raffigurante il Giudizio Universale (Bruno Tuti gemonese – 1982), e molti dipinti su tela raffiguranti i quattro Evangelisti, figure di Santi e sette quadri con incisioni ottocentesche raffiguranti i Sette dolori della Madonna (manca il quadro del quinto dolore).
Vi si ammirano anche interessanti opere scultoree tra cui una scultura lignea raffigurante Sant'Emidio, il protettore dai terremoti e ovviamente una in gesso raffigurante San Rocco.

Santuario di
Sant'Antonio
di Padova

Poco lontano dal centro storico medioevale sorge uno dei più importanti edifici religiosi della città e il più antico luogo di culto al mondo dedicato al Santo dei miracoli: il Santuario di Sant'Antonio di Padova.

Chiostro del Santuario di Sant'Antonio a Gemona

Chiostro del Santuario di Sant'Antonio a Gemona

Andato distrutto dal terremoto del 1976 e ricostruito in chiave architettonica moderna al suo interno conserva i ruderi della chiesetta duecentesca fatta erigere da Antonio stesso in onore della Madonna. 

Il visitatore entrando nel Santuario è colpito dai tanti colori che vivacizzano la chiesa a navata unica: il grande mosaico absidale raffigurante il Mondo e l’Universo attraversato da una meteora – la luce di Cristo; la serie delle vetrate raffiguranti le figure di Santi e lo splendido rosone realizzato “a mosaico” con tessere di alabastro che racconta il “Cantico delle Creature” sono tutte opere dell’artista udinese Arrigo Poz

Il Santuario di Gemona del Friuli sarà la porta a nord del “Cammino di Sant’Antonio” che, attraversando la nostra Regione, permetterà ai pellegrini di raggiungere la Pontificia Basilica del Santo di Padova.