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A Gemona con una guida d’eccezione, il sommo poeta Dante Alighieri

    È Dante ad accompagnarci a Gemona del Friuli in un insolito percorso che valorizza e racconta la storia della città. Avvolto in una lunga tunica, è una figura austera con il volto concentrato e lo sguardo posato su un libro che stringe tra le mani e che immaginiamo essere la Divina Commedia. È un Dante moderno e misterioso, intriso di una spiritualità profonda, nato dalla matita di Emanuele Barison che rivela: «Per disegnarlo sono sceso all’Inferno.»

    C’è tempo fino alla fine di marzo 2022 per salire sino al paese di Gemona del Friuli e “vivere” l’esperienza de La Divina Gemona. Non a caso usiamo la parola “vivere” perchè si tratta di percorrere il centro storico in un modo nuovo ed immersivo, accompagnati da installazioni moderne e monumenti storici, da figure in scala reale e dalla voce profonda di Massimo Somaglino. Basta chiudere gli occhi e ascoltare le parole recitate dalla sua voce profonda di attore per ritornare un po’ tutti a quei lunghi pomeriggi fatti di studio e parafrasi. Lo sapete che le terzine più famose della storia della nostra letteratura, Dante le inventò proprio per scrivere la Divina Commedia?

    I settecento anni dalla morte di Dante, il tributo di Gemona.

    Nel 2021 e ancora nel 2022 a causa dei ritardi dovuti alla pandemia, Dante Alighieri è stato ripreso dal mondo dell’arte e della cultura su diversi fronti e a più livelli. Gemona non è stata da meno perchè qui è conservata la Campana del Paradiso o “Campana di Dante”.
    Nel proprio peculiare tributo, la città friulana ha riunito tre monumenti simbolici con le tre Cantiche dantesche, trovandovi stretta connessione di rinascita spirituale e culturale tra l’opera e la città. In più, i versi della Divina Commedia che ritroviamo lungo il percorso perpetuano simboli e figure entrati nell’immaginario collettivo. Pensiamo a quanto la nostra idea di Inferno sia vicina – da oltre settecento anni! – a quella ereditata dalla Divida Commedia.

    Mappa La Divina Gemona

    Prima Cantica: Inferno

    Immobile a raccogliere i pensieri, l’austero profilo del nostro Dante ci accoglie nella prima tappa alla fine della scalinata che un tempo conduceva alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Un edificio di culto amatissimo dai gemonesi, completamente distrutto dalle scosse di terremoto di maggio e settembre 1976.

    «La terra lagrimosa diede vento,
    che balenò una luce vermiglia
    la qual mi vinse ciascun sentimento;
    e caddi come l’uom cui sonno piglia»

    | Inferno III, 133-136 |

    I versi dell’Inferno sulle alzate della gradinata catturano lo sguardo, il rosso acceso e il nero profondo sembrano avvolgerci e ci fanno pensare. Arrivati in cima, scostiamo con le mani un pesante drappo di velluto che copre un varco. Era una porta quel varco, una porta che un tempo ci avrebbe fatto entrare in chiesa.

    Siamo sicuri che ora non stiamo entrando all’Inferno?

    Seconda Cantica: Purgatorio

    Con Dante percorriamo il centro di Gemona e arriviamo sul sagrato del Duomo, la seconda tappa quella del Purgatorio. Qui ad attenderci un’installazione che ci avvolge in un viaggio sonoro attraverso i versi recitati dalla voce di Somaglino. All’interno del Duomo si trova custodita la campana dantesca, la traccia più antica di diffusione della Divina Commedia nel Patriarcato di Aquileia (il territorio giurisdizionale della Chiesa di cui Gemona fa parte). Sulla parte superiore della campana in bronzo è incisa a caratteri araldici la prima terzina del Canto XXXIII del Paradiso, con la preghiera di San Bernardo alla Vergine.

    “Vergine Madre, figlia del tuo Figlio,
    umile e alta più che creatura,
    termine fisso d’etterno consiglio

    | Paradiso XXXIII, 1-3 |

    La Campana di Dante è lo scrigno che svela la presenza di una comunità toscana in queste terre e la diffusione della divina Commedia e al tempo stesso colloca Gemona in una rotta religiosa e commerciale di primo piano.

    Terza Cantica: Paradiso

    È il punto più alto, quello da cui lo sguardo abbraccia la città e si apre verso l’orizzonte, la natura e le montagne sempre presenti. Il Castello è Paradiso e anche l’orgoglio di una cittadinanza. È la quinta teatrale di storie e racconti tramandati, basti pensare alla raccolta delle leggende di Ostermann e, come tutti i Castelli, è magico. Per questo, fermarsi per un attimo sulla panchina del Paradiso a prendere fiato dopo la salita, respirare l’aria fresca e ammirare il panorama, sarà un bellissimo premio.

    Finito il percorso che va dall’Inferno di Santa Maria delle Grazie, al Purgatorio e infine al Paradiso nella sommità del Castello, ritorniamo con la mente a quanto studiato da ragazzi. In più scopriamo la città. Sarà forse per l’anima medievale di Gemona, Dante sembra sentirsi perfettamente a proprio agio e noi con lui.

    Consigli ai visitatori

    Poiché il cammino di Dante è una metafora del percorso di rinascita di Gemona, consigliamo una sosta in via Bini dove, nella mostra permanente del terremoto al civico 26 (“1976-Frammenti di Memoria”), appare in tutta la sua cruda verità quello che fu l’inferno per i gemonesi. Basterà poi continuare la passeggiata percorrendo la via fino in fondo per giungere all’incantevole Duomo con le sue preziose sculture, il rosone medievale, il gigantesco San Cristoforo e le alte montagne stagliate sullo sfondo, per capire cosa sia oggi il Paradiso.

    Una Gemona ricostruita, consapevole, accogliente.


    Parcheggio consigliato: Piazza del Ferro
    Tempo di percorrenza dell’itinerario “700 passi con Dante”: 1 h e 30’ circa
    Fino a quando: percorso libero in città fino alla fine di marzo 2022

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