La “Perla del Friuli” partendo da Gemona
Itinerario che da Gemona del Friuli ci porterà a Tarcento, piccola città conosciuta come la “Perla del Friuli”.
- start: Duomo di Gemona
- length: 26.7Km
- altitude difference: 206m
- duration: 4h 05m
- Tracciato e dettagli percorso
- Direzioni da seguire
- Indicazioni sulla sicurezza
- Consigli e raccomandazioni aggiuntive
Tracciato e dettagli percorso
Direzioni da seguire
La partenza è fissata al Duomo di Gemona. Imboccando la ciclovia FVG3 ci si dirige verso Artegna senza entrare in paese. A questo punto si svolta a sinistra verso Magnano in Riviera passando per l'abitato, poi si esce svoltando a destra e si rientra nuovamente in paese in corrispondenza della località Borgo Urana e infine si prosegue sull'asfalto fino a Tarcento. Il rientro avviene per Magnano attraversando la frazione di Billerio, per il centro di Artegna e per Gemona attraverso la frazione di Maniaglia fino al punto di partenza.
Indicazioni sulla sicurezza
Fattibile con qualsiasi bici, da menzionare le salite al castello di Savorgnan e al Lavatoio del Glemine che sono particolarmente ripide, quest'ultima presenta anche un fondo non adatto alle bici da corsa, carrelli o biciclette con borse.
Consigli e raccomandazioni aggiuntive
Gemona del Friuli
Solamente attraversando l'abitato gemonese lungo l’arteria principale del centro storico, quanto vi accompagna soddisfa l’occhio e immerge nell’atmosfera cittadina: accolti da Porta Udine, con il Leone di San Marco a ricordare la dominazione veneziana, subito noterete il terrapieno del Duomo, su cui si innalza la chiesa romanico-gotica orgoglio della città. Subito di fronte al duomo sorge palazzo Gurisatti, sede della Cineteca del Friuli che ospita anche l’emeroteca. Proseguendo lungo la suggestiva via Bini si incontra casa D’Aronco, che diede i natali al celebre architetto; palazzo Elti, sede del museo Civico che conserva le opere d’arte recuperate dalle chiese di Beata Vergine delle Grazie e di San Giovanni, rase al suolo dal sisma; e infine il cinquecentesco Palazzo Boton, sede del Municipio.
Lungo vari tratti della via è visibile pure la mole del Castello, ai cui giardini è gradevole salire tramite una scalinata deviando dal percorso, come è interessante visitare tutte le molteplici attrattive della città: dal Santuario di Sant’Antonio da Padova, che ospita ai piani inferiori anche il museo Renato Raffaelli, al museo della Pieve, che conserva il Tesoro del duomo e il registro battesimale più antico del mondo, risalente al 1379; dalla mostra fotografica permanente sul terremoto nel porticato di via Bini fino alla chiesa della Madonna delle Grazie, ricostruita a rudere.
Glemona, Osopo e Artemia vengono ricordate da Paolo Diacono in un famoso passo della “Historia Langobardorum” tra le città fortificate in cui si rifugiarono i Longobardi durante l’invasione degli Avari.
Artegna
La prima cosa che si nota arrivando ad Artegna è il castello che svetta sul colle di San Martino. Dal 1389 al 1797 residenza dei nobili Savorgnan della Bandiera, in origine fu castrum romano per la sua posizione strategica e successivamente occupato in età gota e longobarda. Accanto al castello sorge la duecentesca chiesetta di San Martino, che conserva gli affreschi risalenti alla prima metà del XVI secolo realizzati dall’artista friulano di origini bavaresi Gian Paolo Thanner, e il campanile eretto nel ‘600. Il colle mostra ancora evidenti impronte di fossili risalenti a 50 milioni di anni fa. È inoltre presente l'ottocentesca chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente, mentre alle pendici del monte Faeit si trova l’antica chiesa di Santo Stefano in Clama, che conserva frammenti di affreschi dell’XI secolo e alcune pietre decorate di età longobarda o carolingia.
L’area si sviluppa in particolare lungo le propaggini meridionali del monte Cuarnan e lungo quelle occidentali del monte Faeit. Le origini di Artegna si ritrovano in età preistorica e ospitò un insediamento celtico. Ad Artegna sono note le risorgive (tulins), nell’area conosciuta come i palus, ubicata essenzialmente nella parte sud-occidentale della pianura alluvionale del territorio comunale. Nel processo di ricostruzione successivo al sisma del 1976, Artegna ha saputo recuperare i tratti armoniosi del suo paesaggio, ricco di prati, boschi e corsi d’acqua, a testimoniare l’uso antico di mulini, segherie o semplici lavatoi pubblici (lavios), ridando vita anche alle architetture rurali nei borghi che circondano il centro e in particolare agli edifici sul colle. È anche famosa per la perizia dei suoi norcini, che ogni anno a fine novembre si ritrovano in festa.
Magnano in Riviera
Magnano è un vasto comune poco distante da Tarcento che si distende su un tratto dei colli morenici ai piedi del monte Faeit. Qui era presente un importante insediamento longobardo, come testimonia il ritrovamento nel 1982 di una sepoltura risalente al VII secolo appartenente ad un nobile cavaliere, che ospitava le ossa e oggetti del corredo funebre tra cui un anello portato da alti dignitari longobardi. La località viene nominata per la prima volta nel 1204, mentre nel 1277 risultava possesso di Gemona. Nel 1370 il patriarca Marquardo di Randek confermava il possesso del feudo ai Prampero, a cui rimase anche dopo il passaggio dal Patriarcato alla Repubblica di Venezia.
Tarcento
Circondata da colline di vitigni, boschi e piccoli borghi, lungo il fiume Torre sorge Tarcento, la “Perla del Friuli”, o il “paradiso delle vacanze” come è stata denominata a partire dalla fine del 1800 quando era la meta più popolare in Friuli per le vacanze estive per via del clima mite di cui si può godere qui. La sua aria salubre e il suo paesaggio suggestivo vi hanno attirato sin dal XIX secolo studiosi e letterati, ma anche la nobiltà udinese che vi possedeva abitazioni meravigliose, tra le quali Villa Moretti, Villa Angeli, Villa Pontoni e, sul corso del fiume Torre, Villa delle Rose, Castello Aganoor e molte altre. Lungo il fiume è presente un percorso pedonale attrezzato con banchine e luci notturne. Da non perdere il borgo medievale di Villafredda a Loneriacco e la torre del castello inferiore di Coia detto “Cjscjelàt”. Tarcento è anche famosa per gli eventi tradizionali, come l'Epifania con i suoi falò chiamati “medilis” e il Festival dei Cuori, che ogni anno presenta gli spettacoli dei migliori gruppi di ballo folkloristico provenienti da tutto il mondo.